Francesco

Classe 1989. Sì, così posso dire di aver vissuto gli anni ‘80 (o quantomeno rigurgitato latte e pappe). Fai tu i calcoli di quanto posso essere vecchio!

Non sto a tessere tutta la tela del tempo. Dopo una gioventù bruciata tra studi umanistici, qualche calcio al pallone e pattini o uno skateboard nello zaino, giunge il tempo dell’università a Pavia. Studi umanistici, roba colta, lingue, russo e francese, senza tralasciare l’inglese. E fin qui tutto bene. Tra una sessione d’esami e l’altra all’amico Alessio aka Dovlatov viene un’idea pazzerella:

“E se quest’estate facessimo un viaggio in bici? Ci sono un sacco di persone che inforcano una bici, la caricano – più o meno – e scelgono un percorso, ci pedalano una o due settimane e spostano l’attenzione dal viaggio per una meta al viaggio per il viaggio.” Detto, fatto.

Compro una bici ad hoc – un cancello con ruote da 26” ingovernabile e improponibile, “la Bugno” – e mi carico di uno zainone sulle spalle.

E così nell’ormai lontano 2012 si vive la prima esperienza di cicloviaggio, sulla ciclabile della Drava. Appena 450km, ma una cosa così forte e mai vissuta prima da cambiare per sempre la mia esistenza, la mia coscienza del viaggiare, la scintilla che fa divampare l’incendio.

Così seguono, negli anni, il Danubio, la Francigena, per più volte una traversata della Penisola, la Lettonia, il Peloponneso, l’Austria, le Canarie, l’Albania, ancora l’Italia.

E insieme alla voglia di scoprire i luoghi, nel 2019 arriva Purple Panther, la mia amata e sgargiante Salsa Fargo, fedele compagna di avventure. Con lei aumentano la curiosità e il desiderio di scoprire e condividere di più su questo mondo di viaggi in bici, il bikepacking, il fenomeno del gravel, l’attrezzatura e la scienza che sta dietro a bici e accessori, abbigliamento e tendenze.

Cioè pian piano – o veloce veloce – la bicicletta diventa l’ossigeno della mia esistenza.

Il pedalare l’essenza del mio vivere. Così nasce Cyclo Ergo Sum, letteralmente “pedalo, quindi sono”. E con sé la voglia di condividere le avventure sui social, sull’amata YouTube con video (inizialmente malcagati e ora fortunatamente apprezzati).

Oltre i social scopro, sempre grazie alla bici, che ci sono delle persone tanto speciali che di bici sognano e vivono, la comunità dei ciloviaggiatori – quanti pazzi furiosi!

E dal 2021 la bicicletta diventa il mio lavoro, portandomi alla pazza idea di lasciare il posto fisso per costruirmi una professione attorno alla bici, promuovendo brand e territori, partecipando agli eventi e ai trail che sensibilizzano al suo utilizzo, e così arrivare a conoscere sempre più anime belle che di bici e per la bici vivono.

Il mio sogno è proseguire in questa direzione, per convincere sempre più persone a sedersi su quella sella così scomoda al primo uso e a spingere sui pedali così duri al primo movimento, per aiutarle a scoprire che dopo la scomodità e la durezza arrivano ventagli di sensazioni nuove, mature e impensabili riflessioni, centrifughe di pensieri, emozioni forti e connessioni indissolubili.

Buon viaggio!