6 anni per fare una recensione di Salsa Fargo
Salsa Fargo. Recensione difficile, questa. Sento il peso del tempo e voglio anche darle lo spazio e le attenzioni che merita. Proviamoci: buttiamoci! Se stai cercando una bici perfetta per il bikepacking e l’avventura, questa recensione della Salsa Fargo ti aiuterà a capire perché questo modello è così apprezzato da chi ama esplorare. Dopo anni di utilizzo e migliaia di chilometri percorsi, ecco la mia esperienza.
Che poi, a pensarci ora, a 6 anni di distanza, al coraggioso momento in cui decisi di portare a casa una nuova bici, e precisamente una Salsa Fargo Rival 1 del 2018, per affrontare nuove entusiasmanti avventure, si accende in me un ricordo piacevole. Mi ero fatto l’idea che una bici come quella di Matte, di Stefano Scapitta o di Marco “Il ciclista” di Alessandria fossero quelle giuste per viaggiare.
Il presupposto è che per viaggiare va bene qualsiasi bici, ma dopo qualche anno di prove e tentativi, avendo capito che questo sarebbe stato “il mio”, avevo deciso che quello del 2019 sarebbe stato l’anno del cambiamento, mi meritavo una nuova bici. E all’epoca una recensione della Salsa Fargo non c’era. Ma c’era Marco, che me la consigliò caldamente. E mai consiglio fu più apprezzato.
Mille nomi per dire la stessa cosa: è una bici da avventura!
Mi spiegò che queste adventure bike – anche dette MTB drop bar, monstercross, bikepacking bike, off road touring o gravel-MTB – hanno alcune caratteristiche che le accomunano, come l’ampio passaggio ruota, le geometrie simili, la presenza del manubrio drop, la lunghezza del carro posteriore (che le avvicina piuttosto a bici touring più che al bikepacking aggressivo-nervoso-scattante), e lo stack alto che offre una posizione molto confortevole… Se questo argomento ti interessa puoi leggere questo articolo che ho realizzato e ne riparleremo presto in altri formati.
Ti basti sapere che, alla fine, Salsa Fargo è una bici che sfida le definizioni tradizionali: non è per nulla una semplice gravel (chi mi incontra e mi dice “che bella la tua gravel!” sarebbe molto umilmente da arrestare), non è una MTB e non è solo una bici da touring. I francesi non ci vanno lontani quando per parlare di MTB dicono VTT – vélo tout terrain – che in anglosassone diremmo piuttosto una “all-road“. Una bici pensata per affrontare lunghi viaggi, percorsi fuoristrada e avventure bikepacking. In questa recensione, Salsa Fargo sarà analizzata a fondo, specialmente nelle caratteristiche che la rendono una scelta ideale per chi vuole spingersi oltre i confini della strada asfaltata.
Con la mia Purple Panther siamo stati a pedalare vicino e lontano: Sicilia, Abruzzo, in lungo in in largo Piemonte, Lombardia e Veneto, abbiamo affrontato trail come l’Emilia Gravel e il MAGS, abbiamo solcato le strade albanesi e quelle del Peloponneso, delle Canarie e della Lettonia, abbiamo toccato vette montane in Valle d’Aosta e sul Veneto Trail, abbiamo all’attivo circa 30.000 km e zero forature, qualche deragliatore, una moltitudine di copertoni e catene, infiniti lavaggi e manutenzioni, tanto sudore, frullate e moltissimi cambi di look con nastri manubrio discutibili, la certezza del bikepacking ma anche il comfort di un portapacchi e un paio di borse.
Un design votato all’avventura
Per un quadro completo della nostra recensione di Salsa Fargo non possiamo che iniziare dal cuore. Il telaio in acciaio della bici (normalmente in acciaio CroMoly a triplo spessore) conferisce alla Salsa Fargo un’elevata robustezza e un comfort in sella difficile da eguagliare altri materiali. Grazie alla geometria studiata per l’off-road, la Fargo risulta stabile e sicura anche su terreni accidentati, ghiaia e sterrati.
Questo possiamo dirlo e confermarlo perché concorrono a una posizione cosiddetta “upright” uno stack alto (643 mm), un reach medio-basso (368 mm) e quindi un rapporto stack/reach molto alto (1.75), garanzia di una posizione comoda ed eretta nella pedalata. Proseguiamo con il trail molto pronunciato (86 mm) e l’ampia misura front center (647 mm), che permettono una migliore distribuzione del peso e aumentano la stabilità in discesa, mentre rischiano di inficiare la prestazione su salite troppo aspre (dove è il ciclista a dover compensare spostando il proprio peso in avanti).
Un baricentro contenuto migliora la trazione in salita e garantisce una maggiore fiducia in curva, un elemento fondamentale quando si caricano bagagli e si affrontano terreni irregolari. La Fargo, poi, dispone di numerosi attacchi per portapacchi, parafanghi (vabbè) e borse da bici. Questi punti di montaggio permettono di personalizzare il setup per il bikepacking, consentendo di portare tutto il necessario per avventure prolungate senza compromettere l’equilibrio e la maneggevolezza della bici. Anche portapacchi e borsoni!
Una caratteristica che non conoscevo e che mi ha colpito di questa bici è il forcellino (retrotreno) Alternator, che permette di adeguare la geometria della bici al tipo di terreno e viaggio che si sta affrontando: più allungata per aumentare la stabilità, più accorciata per avere una bici più scattante e reattiva (l’interasse può variare nella taglia medium tra 1083 e 1100 mm). La presenza di questo dettaglio permette tra l’altro di trasformarla in singlespeed all’occorrenza in pochi passi.
Queste caratteristiche a livello di geometrie fanno di Salsa Fargo una bici che offre una comodissima posizione in sella, rilassata. Ciò che ho notato, comunque, è che la bici consente di controllare il movimento sul tecnico e gli sterrati (grazie al manubrio drop con svasatura detta flare che facilita il controllo su percorsi tecnici e garantisce diverse posizioni delle mani), e infine offre un’elevata versatilità sia nel tipo di terreno che puoi affrontare che a livello di personalizzazione di componenti e di setup. L’acciaio offre elasticità e comfort, assorbendo parte delle vibrazioni e riducendo l’affaticamento sulle lunghe distanze; poi durabilità (può durare una vita, resistendo a urti e sollecitazioni) e infine riparabilità poiché, in caso di danni, l’acciaio si può saldare con relativa facilità, un vantaggio non indifferente per i viaggiatori avventurosi.
Nella nostra dettagliata recensione di Salsa Fargo, arriviamo a parlare poi della forcella, spesso in carbonio su modelli più recenti, che contribuisce a contenere il peso complessivo e a migliorare la rigidità anteriore. Alcune versioni della Salsa Fargo includono una forcella in acciaio, particolarmente robusta e con occhielli aggiuntivi per il montaggio di borse e accessori. Nel mio caso è l’unico componente in carbonio che ho voluto unire alla solidità dell’acciaio, per il discorso della leggerezza e con meno occhielli, per montare un portapacchi o come nel mio specifico caso, delle cage per il trasporto di borse bikepacking.
Un confronto in famiglia: Vaya, Warbird, Cutthroat
Se diamo un’occhiata a questo telaio in comparazione con la sorella “gravel” Salsa Vaya, vediamo alcune differenze in termini di posizione, accoglienza di ruote grasse o meno, e infine di velocità e reattività. Ampliate se il paragone viene condotto con la cugina Salsa Warbird da prestazione oppure una outsider, una Trek Checkpoint.
Prossimamente approfondiremo con un bel confronto tra bici da bikepacking, mettendo sulla bilancia l’amata Salsa Fargo con Locomotive Westlander, Surly Ghost Grappler, Bombtrack Beyond 1, Kona Sutra LTD e, perché no, la recentemente testata e videorecensita Selk’nam Cycles Xalpen.
Con uno sguardo critico, e senza approfondire troppo (altrimenti scriviamo sette articoli in uno), le maggiori differenze si vedono principalmente nel rapporto stack/reach, molto più comodo sulla nostra mentre più “gravelloso” sulle cugine. Secondariamente, viene la tyre clearance: mentre Fargo alloggia fino a ruote da 3″ sia 29″ che 27.5″ (ad eccezione delle 29″ sulla taglia XS), Vaya solo fino alle 45 mm (1.8″) con ruote da 700c. A livello di velocità e terreni preferiti, Vaya rientra esattamente nella categoria gravel e “compact all road”, il che significa che è ottimizzata per fondi compatti, asfaltati e gravel. Fargo, al contrario, rientra in una categoria chiamata MTB drop bar, con particolare enfasi sulla parte “mountain bike”. Fargo può anche gestire terreni dove tipicamente troverai MTB hardtail. Non è propriamente la bici più adatta ai trail tecnici per via della sua forcella rigida e al manubrio drop, ma è molto meglio pronta ad affrontarli di Vaya.
Se la compariamo poi a Warbird o Cutthroat, bici nate per lunghe distanze anche prestazionali, le principali differenze si vedono nel materiale del telaio e nella gear ratio, quindi la velocità che possono sviluppare con la stessa potenza espressa. Ovviamente Fargo non è da gara, da prestazione, è da lunghe pedalate – ma davvero lunghe – senza che il nostro deretano o la nostra schiena ci presentino le dimissioni.
Non una gravel, bensì una travel.
Ma allora perché Salsa Fargo non è una gravel?
Spesso la Salsa Fargo viene classificata come gravel bike, ma in realtà si distingue per la sua anima da vera “adventure bike”:
- Compatibilità con pneumatici di grande sezione: Salsa Fargo è in grado di ospitare gomme di dimensioni generose (29″ x 2.2″ nel mio caso, ma volendo anche 29″ x 3.0″), offrendo maggiore trazione e comfort sui terreni sconnessi.
- Geometria più aggressiva fuoristrada: rispetto a una gravel tradizionale, il telaio è pensato per affrontare anche percorsi MTB leggeri e sentieri impegnativi. Il carro posteriore è il meno corsaiolo e veloce che si possa desiderare, rendendola però una bici comoda e poco rigida. Sicuramente poco scattante. Ma a noi che ce frega?
- Ampie opzioni di carico: la possibilità di montare portaborraccia multipli, rack anteriore e posteriore, borse sul telaio e sui foderi permette di trasformarla in un vero e proprio “mulo da carico” per i viaggi.
Montaggi e componentistica
La Salsa Fargo è disponibile in diverse configurazioni, spesso indicate (sul sito madre) come Fargo Apex, Fargo GX, Fargo Tiagra o Fargo GRX, a seconda del gruppo montato. Alcune caratteristiche comuni possono essere:
- Trasmissione 1x o 2x: puoi personalizzare la tua Salsa Fargo Rival con trasmissioni monocorona (1x) o doppia corona (2x), entrambe valide scelte per l’off-road. Anche se personalmente sono stato conquistato dalla doppia.
- Freni a disco: potenti e affidabili, fondamentali per una bici destinata ad affrontare fango, sabbia e discese ripide. Maggiore controllo, maggiore reattività, resta solo da chiarire se idraulici o meccanici.
- Ruote 29 pollici: in genere, la Fargo monta ruote 29 pollici per migliorare lo scorrimento sugli sterrati e sui terreni misti. Se unisci questa caratteristica al tubeless, potrai pedalare in tranquillità pressoché ovunque permettendoti anche di abbassare drasticamente le pressioni e affrontare sabbia, neve, roccette, brecciate abruzzesi e via dicendo…
Ecco le caratteristiche che dal quel marzo 2019 mi accompagnano (come detto prima, sono stati cambiati deragliatori, pacchi pignoni e copertoni, ma la storia è sempre quella, una bici votata all’avventura lenta anche nell’off road un po’ spinto – non troppo):
- Telaio: Salsa Fargo Rival 1 2018 in acciaio Cobra Kai Cromoly triplo spessore
- Forcella: Salsa Fargo Firestarter 100 Carbonio
- Sella: Brooks Cambium C17 All Weather, reggisella Salsa
- Manubrio: Salsa Woodchipper 44
- Trasmissione: Sram Apex 2×10, PG-1030 11-36 + GX1000 Boost 2x 36-24
- Freni: Avid BB7 Road – a disco meccanici, rotore 160mm e successivamente TRP Spyre C
- Cerchi: American Classic MTB 29″, e successivamente Shimano DT Swiss M462 e Mavic Crossride FTS-X (sempre 29″)
- Copertoni: WTB Bronson 29″ x 2,2″, tubeless ready e successivamente Schwalbe Thunder Burt 2,10″, Vee Tire Rail Escape 2,25″ e Vittoria Mezcal 2,2″
- Peso: 12 kg
- Accessori: Salsa Anything Cage, Forcellino Salsa Alternator, compatibilità portapacchi anteriore e posteriore
Ruote e copertoni
Forse servirebbe un capitolo dedicato a questo aspetto, anche perché di terreni ne hanno visti assai e alcuni pezzi sono anche stati sostituiti. Ma vediamo ruote e copertoni: entrambe le ruote da 29″ sono fissate tramite perno passante (100x15mm davanti, 142x12mm dietro).
Si trattava inizialmente di American Classic 29″ MTB, entrambe sostituite, al posteriore con una Shimano XT / DT Swiss M462 29″ Boost, all’anteriore Mavic Crossride FTS-X 29″ MTB. Una appena prima del viaggio Poggio Mirteto – Canicattì per cedimento del corpetto ruota libera e l’altra per crepa che minacciava brutte cadute.
A livello di copertoni ho provato un sacco di modelli, tra tanti i WTB Bronson 2,20″, gli Schwalbe Thunder Burt 2,10″, i Vee Tire Rail Escape 2,25″, per terminare coi miei preferiti, sempre belli grassi, dei Vittoria Mezcal 2,25″. Come avrai capito prediligo l’off road e le ruote grasse.
Ma come amo dire io, no body shaming nei confronti delle ruote, le voglio belle grasse!
Altre componenti
Visto che stiamo parlando della bici nel suo insieme non volevo dilungarmi con le singole componenti, ma è pur vero che il tutto è fatto dalla somma delle parti, e quindi vediamo cosa monta e come si completa questo mezzo.
Sella
Dovrei dedicarle una recensione a parte, e credo proprio che lo farò, la sella che monto sulla Salsa Fargo è una Brooks C17 Cambium All Weather, semplicemente perfetta.
Trasmissione
Come sistema di trasmissione monto Sram GX/Apex con un semplicissimo e classicissimo 2×10. Secondo me ho trovato un ottimo compromesso, con 24-38 davanti (inizialmente 24-36) e 11-36 dietro. La combinazione 24×36 come rapporto più agile mi permette di andare praticamente ovunque, non credo cambierò. Anche se con una cinghia mi è stato dato modo di testare un range di rapportature ancora più ampio…
Manubrio
Si tratta forse dell’elemento che più mi ha sorpreso, dopo certo la comodità del telaio e della seduta che non stanca mai. Il poliedrico manubrio Salsa Woodchipper da 44 cm che ho scelto da subito è proprio quello proposto dalla casa produttrice e l’accoppiata risulta perfetta. In alluminio, con un flare di 25° e un outsweep di 38°, si rivela il manubrio ottimale per lunghi viaggi avventurosi off-road e oltre a garantire svariate posizioni, comportandosi a tutti gli effetti come un flat da MTB ma lasciando la libertà di cambiare posizione come un drop da corsa/gravel.
Su questo, oltre ad abbellirlo con nastri di dubbio gusto, ho montato un Butterfly di VAP Cycling, che permette di evitare di schiacciare i cavi e di alloggiare una sacca stagna da 4/5 litri senza impedimenti nelle impugnature, oltre che montarci GPS, borraccia e luci.
Finiture
Salsa Fargo racconta una storia. Fargo è l’anagramma di Go Far, vai lontano. Ed essendo stata creata in California (per poi trasferirsi con QBP nel più fresco Minnesota) narra di cactus, di serpenti e pinetti, senza dimenticare il peperoncino piccante tipico di Salsa.
E questi sono solo alcuni tocchi di classe che la rendono unica e inimitabile, dopo averti ripetuto svariate volte quanto c**zo è comoda e divanosa.
In sintesi, recensione Salsa Fargo
La nostra recensione Salsa Fargo non sarebbe completa senza un cenno alle sensazioni di guida. In sella, la bici risulta quindi stabile e sicura grazie al passo più lungo e alla geometria rilassata, trasmettendo sicurezza su sterrati e single track. Non solo: ci aggiungo un confortevole sulle lunghe distanze per la combinazione di telaio in acciaio e gomme di grande sezione, che aiutano a ridurre le vibrazioni.
In sintesi? Pronta per il bikepacking: con la giusta configurazione di borse e accessori, puoi affrontare viaggi di più giorni in autonomia.
Dove mi sono trovato davvero bene? Nei vari trail e specialmente in Abruzzo e sulle piste delle Canarie, sulle strade belle scassate, dove sgonfiando bene le ruote è come se fossero apparsi magicamente degli ammortizzatori sulla forcella. Ma anche sui single track dell’Emilia Gravel, dove ho schivato rapidamente radici e tronchi, divertendomi come un bambino. E poi in viaggio, carico come un mulo, su strade asfaltate e sterrate, con lunghe giornate in sella e tante salite anche lunghe da portare a casa.
Dove non mi sono trovato bene? Devo ammettere, davvero poche volte. A bici scarica soprattutto, perché Fargo vuole essere vestita, si vergogna di girare nuda. Sembra troppo leggera (nonostante i suoi 12 kg!), si divincola, si dimena, perde il controllo. E poi in montagna, quando quel single track che lei ama fortemente si fa troppo scassato anche per la sua agilità. Lì purtroppo mi costringe a scendere e spingere, in discesa o in salita. Complice anche la mia non tecnica di guida, ma con le rocce troppo scassate non si possono fare salti ed evoluzioni, quello è universalmente riconosciuto come il suo limite. Una dovremo pure trovargliela, di magagna.
Conclusioni: la bici perfetta per l’esplorazione?
Non smetterei mai di parlare di Salsa Fargo. Recensione difficile ma che deve giungere al termine. Salsa Fargo è la compagna ideale per chi cerca una bici versatile, robusta e confortevole, capace di passare dall’asfalto allo sterrato senza problemi. Grazie alla geometria dedicata all’off-road, al telaio in acciaio e alla grande versatilità di configurazione, la Fargo si posiziona come una delle scelte migliori per l’avventura e il bikepacking.
Se stai valutando l’acquisto di una bici “definitiva” per esplorare ogni tipo di terreno, questa recensione Salsa Fargo ti confermerà che vale la pena dare una chance a un modello che ha fatto dell’adattabilità il suo principale punto di forza. Dal 2008. E ho detto tutto.
Dove mi vedrai pedalare con l’amata Purple Panther? Intanto ci sono un po’ di viaggi guidati da andare a scoprire, ma chissà…
Una video-recensione Salsa Fargo
Prima che arrivi quella 2025, beccati quella 2019!
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